venerdì 20 maggio 2011

Usate Facebook durante l'orario di lavoro? Rischiate l'accusa di peculato!

Si può essere colpevoli di “assenteismo virtuale“? La vicenda di cinque dipendenti del Comune di Bertinoro, in provincia di Forlì-Cesena, sembra dimostrare che è possibile. Essi, infatti, sono stati accusati di peculato e abuso d’ufficio perchè avrebbero utilizzato i pc dell’amministrazione pubblica per utilizzavare Facebook. Questi computer del Comune sono stati sequestrati e saranno esaminati dalle forze dell’ordine con lo scopo di verificare la loro attività durante l’orario d’ufficio.
Non è la prima volta che l’uso del social network sul lavoro provoca dei problemi. Era infatti già accaduto in Francia che due dipendenti venissero licenziati perchè su Facebook avevano parlato male del loro capo e anche in Italia la discussione se vietare o meno il social network sui pc aziendali è sempre aperta.

Al Comune di Bertinoro, però, sono andati oltre e hanno deciso di usare le maniere pesanti. Agenti in borghese della squadra mobile di Forlì, accompagnati dai colleghi esperti di informatica, qualche giorno fa sono andati nel municipio di questo paese nei pressi di Cesena per per acquisire i pc di cinque dipendenti comunali, che sono stati accusati di peculato e abuso d’ufficio.

Le forze dell’ordine sarebbero arrivate ai cinque indagati seguendo un’altra pista, relativa all’accusa di peculato mossa a un altro dipendente, e ora starebbero setacciando i PC per ottenere le prove necessarie a provare l’accusa.

Utilizzare il PC del lavoro per motivi personali – Facebook compreso – configurerebbe un utilizzo illecito delle risorse messe a disposizione dal datore di lavoro che può sconfinare nel peculato secondo l’articolo 314 del Codice Penale: per questo gli accusati ora rischiano tra i tre e dieci anni di reclusione.

Per difendersi, i cinque potrebbero invocare le leggi a tutela della privacy (in particolare il divieto a raccogliere informazioni sulle opinioni degli impiegati) e l’affinità tra le proprie mansioni e l’utilizzo della Rete.

Fonte:
http://www.zeusnews.com/index.php3?ar=stampa&cod=14776

Facebook e i virus: tecniche e segreti utilizzati dagli hacker, sintomi dell’infezione e decalogo per difendersi

Appena un programma o un sito internet diventano famosi ecco che diventano la preda prelibata di hacker, virus, spyware e schifezze simili. Anche i siti di social network, incredibile miniera di informazioni personali e riservate, non sono immuni da questa “regola di mercato”.

Anzi, proprio a causa della loro struttura, concepita per diffondere velocemente informazioni attraverso una fitta rete di connessioni, i social network sembrano fatti apposta per facilitare i cyber criminali. Pensateci bene: qual è il principale divertimento dei tipici utenti di Facebook e Twitter? Cliccare sopra un link, visitare un sito o scaricare un’applicazione, soprattutto se questi contenuti sono stati segnalati da un amico. Proprio per questo motivo c’è chi ha definito Facebook “il più riuscito disseminatore di virus mai creato”.

Tempo fa, Twitter è stato oscurato da hacker iraniani, che hanno dirottato Twitter.com verso un altro dominio in cui si potevano leggere minacciose scritte in arabo. Lo stesso Mark Zuckerberg, papà di facebook, ha avuto il suo profilo Facebook piratato da criminali informatici . Un account Facebook o Twitter hackerato non è solo una semplice scocciatura. Pensate in che guai potreste trovarvi se un cybercriminale si impossessasse del vostro account e cambiasse le impostazioni quel tanto che basta per impedirvi l’accesso. L’hacker potrebbe usare il vostro account per diffondere virus su Facebook e Twitter tra i vostri amici, trasformandovi in un untore della rete. Se poi il vostro profilo contiene molte informazioni riservate, il pirata informatico potrebbe infiltrarsi anche in altri ambiti della vostra vita. Spesso inoltre il vostro account piratato non è che il sintomo di un problema più grande: la presenza di un malware nel pc, che ha fatto incetta di tutte le vostre password per accedere ai siti online e ai servizi che solitamente utilizzate. In questo caso, a essere in pericolo non sarebbe solo il vostro profilo sui social network, ma anche la vostra email e i siti di operazioni finanziarie e di banking online cui, magari, accedete abitualmente.

Fare un elenco dei problemi di sicurezza posti dai social network, Facebook in testa, richiederebbe una quantità di spazio che non abbiamo a disposizione in questo blog. Perciò ci limiteremo a fare una lista delle situazioni più ricorrenti: il primo problema è rappresentato dall’incredibile interconnessione dei vari social network tra di loro e tra essi con siti partner che permettono di rimanere collegati con il proprio account mentre si naviga nel web. La conseguenza di questa interconnessione così capillare è stata la moltiplicazione dei punti di accesso a chiunque voglia rubare dati sensibili. Per non parlare delle politiche di privacy e sicurezza adottate da Facebook e per le quali il suo fondatore Mark Zuckerberg è stato più volte messo sotto accusa. E’ risaputa poi l’esistenza di siti aventi come unico scopo quello di ospitare software dannosi: se siete collegati a Facebook quando capitate su questi siti e cliccate su link non sicuri, c’è il rischio che le vostre informazioni vengano rubate, che vengano pubblicati link sul vostro profilo o spediti messaggi ai vostri amici a vostra insaputa. Altro pericolo, piuttosto frequente, è quello di cliccare su un link, falsamente innocuo, del profilo di un vostro contatto, o essere ingannati da un’email apparentemente inviata dall’amministratore di un social network in cui vi viene chiesto di confermare i vostri dati o di aggiornare l’account, permettendo così a un malintenzionato di scoprire la vostra password. Se poi avete effettuato l’accesso a Twitter o Facebook utilizzando la rete pubblica Wi-Fi, qualcuno sulla stessa rete potrebbe rubarvi istantaneamente le informazioni di accesso usando programmi appositi, come Firesheep, un add-on per Mozilla Firefox che rende il furto d'identità semplice come rubare caramelle a un bambino. Basta installare quest'estensione e collegarsi a una rete Wi-Fi pubblica per sottrarre i dati degli altri utenti in modo indolore e senza che nessuno si accorga di nulla.

Sempre più spesso la minaccia si presenta sotto forma di messaggio istantaneo da parte di uno dei vostri amici - a sua volta già caduto a sua insaputa nella trappola -, che vi invita a cliccare su un link per vedere una foto o un video. Cliccando sul link ovviamente non vedrete alcuna foto o video ma sarà scaricato sul vostro pc un malware che infetterà il sistema o cercherà di intercettare i dati sensibili, come il numero di carta di credito, per poi inviarli a un server complice della truffa. Nella peggiore delle ipotesi vi ruberà le chiavi di accesso alla vostra utenza di face book, ossia in altre parole vi ruberà la vostra identità digitale!!!


















La pericolosità di questa tecnica sta nel fatto che l’email arriva da un contatto a noi familiare, naturalmente a sua insaputa. Sono moltissimi i virus che negli ultimi anni adottano questa pratica perché il fatto di conoscere il mittente fa abbassare alla vittima il livello di guardia. Quindi bisogna fare attenzione: dietro il messaggio o il video di un caro e vecchio amichetto delle scuole elementari potrebbe nascondersi un pericoloso virus. Uno dei modi migliori per prevenire rogne rimane il vecchio metodo del non cliccare su link strani o che non conosciamo!
Altra tecnica molto utilizzata dai cyber criminali consiste nel contattare le potenziali vittime per invitarli a seguire un link che porta su un sito dove è possibile guardare un filmato. Si tratta generalmente di video dal titolo divertente, piccante, seducente mirato a incuriosire e invogliare la vittima a cliccarci sopra. Una volta giunto su quel sito, al malcapitato viene chiesto di aggiornare la propria versione di Adobe Flash Player. Tramite un attacco fake codec il malware infetta la macchina della vittima, ricercando tutti i cookie Facebook, per mandare l’attacco alla lista di amici della vittima.

Può anche capitare che, una volta entrato in circolo, il virus inizi a chiedere - con messaggi attraenti e/o petulanti - di cliccare su un link per scaricare suonerie o materiale di vario genere, ovviamente a pagamento oppure di eseguire un sondaggio. Per carità non fatelo: se lo faceste, nella migliore delle ipotesi finirete sommersi da spam di ogni tipo. Nella peggiore, finireste per farvi rubare la vostra password di facebook!!

Altra tecnica carissima ai malintenzionati per diffondere virus attraverso il web è far leva sui grandi eventi mediatici (tragedie, gossip etc). Una recente dimostrazione si è avuta con la cattura e l’uccisione di Bin Laden, quando sulle bacheche di Facebook ha iniziato a girare un link dal nome “Video dell’esecuzione di Bin Laden“.












Un titolo di “forte impatto”.Immaginatevi quanti utenti, spinti dalla curiosità, si sono precipitati alla pagina puntata dal link. A quel punto, per vedere il video, veniva richiesto di copiare ed incollare un codice Javascript nella barra degli indirizzi del browser e successivamente eseguirlo. Risultato? computer infettato da un virus che condivide automaticamente nuovi messaggi a vostro nome sulle bacheche dei vostri amici (con un messaggio che recita “Questo è davvero scioccante“) ed invia strani link sulla chat di Facebook. In pratica la vittima diventa automaticamente untore del virus, contribuendo involontariamente alla sua diffusione.

Capita anche che i virus facciano diventare il malcapitato automaticamente fan di pagine facebook complici e/o offensive. Facebook ahimè è pieno di pagine creati da troll, come vengono definiti i creatori di questi gruppi Facebook offensivi e per nulla rispettosi della dignità umana. L’ultimo creato proprio recentemente e intitolato ‘Melania Rea: se l’avessi data saresti ancora viva’, estremamente offensivo nei confronti di Melania Rea, la giovane donna uccisa nelle Marche. Poco tempo fa, su Facebook era nato un gruppo estremamente offensivo nei confronti della giovane Yara Gambirasio. Il giornalista e commissario del Corecom Calabria Marco Campanella, ha già fatto richiesta per la cancellazione del gruppo su Melania Rea su Facebook ed ha sollecitato la Polizia Postale affinchè riesca ad individuare al più presto l’autore e i suoi seguaci, che secondo molti andrebbero puniti in modo esemplare, così da scoraggiare la nascita di iniziative dello stesso tipo. Pensate in che guai verreste a trovarvi se qualche virus vi facesse diventare automaticamente fan di pagine di questo tipo? Andateglielo poi a spiegare alla polizia postale che voi neppure sapevate dell’esistenza di quel gruppo…

Queste appena descritte sono solo alcune delle tecniche utilizzate dagli hacker per fregarvi la vostra identità digitale. Vediamo ora come fare per proteggersi?

Punto 1 – Tenete a freno la curiosità.Come visto, incuriosire a tal punto la vittima da portarla dritto dritto nella trappola è una delle tecniche più utilizzate per diffondere virus su Facebook. Dunque, fate sempre molta molta attenzione a tutto ciò che vi incuriosisce fortemente su internet: nella stragrande maggioranza dei casi, si tratta di bufale o di specchi per le allodole per adescarvi, indurvi ad abbassare le difese e fregarvi.

Punto 2 – Se i vostri contatti di Facebook e Twitter vengono brutalmente sommersi da messaggi spam contenenti false offerte per ottenere un iPad gratuito, o da fasulli link per applicazioni gratuite, tutti provenienti dal vostro profilo, oppure se scoprite dei post sulla vostra bacheca che non avete mai scritto, riportanti link a siti, applicazioni o coupon, oppure se scoprite messaggi personali spediti ad amici che non sapevate di aver inviato, magari contenenti richieste di denaro, ebbene entrate in allarme: tutti questi casi sono, infatti, la spia di qualcosa che non va. Fate subito una scansione antivirus. Ricordate: tenete sempre installato un buon antivirus: è il mezzo più affidabile per proteggersi. In occasione della diffusione su Facebook del falso video sulla cattura e uccisione di Bin Laden, molte persone hanno infatti eseguito il codice Javascript sulla propria macchina ma, essendo dotati di una buona protezione antivirus, questo non ha permesso l’esecuzione del software dannoso.

Punto 3 - Uno degli obiettivi principali cui puntano i virus sui social network è il furto del vostro account personale. Perciò appena sospettate di aver preso un virus, è consigliabile cambiare la password del vostro account. Ma attenzione: ricordate che se cambiate le password di accesso ai vostri account mentre il pc è ancora infetto, il malware semplicemente invierà all’hacker che ha installato il virus le nuove informazioni. Il semplice cambio della password del vostro account NON è la soluzione al problema, la soluzione consiste in un bel programma anti-virus che ripulisca il computer. Quando cambiate la password, abbiate l’accortezza di sceglierne una che non usate per nessun altro account online, e createla di almeno sei caratteri, con lettere e numeri.

Punto 4 - Su Facebook aggiungete un secondo indirizzo email, così potrete scegliere di resettare la vostra password da lì, se il vostro account dovesse essere nuovamente piratato in futuro.

Punto 5 - Per quanto riguarda Facebook, andate su Account security e scegliete l’opzione che vi consente di usare, quando possibile, una connessione sicura. Questo vi permetterà di criptare la password in modo che non risulti visibile sulle reti pubbliche Wi-Fi.

Punto 6 - Se avete scoperto che il vostro account è stato usato per inviare link dannosi o diffondere messaggi spam, cancellateli dalla bacheca e pubblicate un messaggio che spieghi l’accaduto, per evitare che anche i vostri amici vengano adescati.

Punto 7 - Se temete di aver preso un virus, controllate tutte le impostazioni di privacy del vostro account, per verificare che siano rimaste inalterate, e, in caso di modifiche non apportate da voi, ristabilite la configurazione desiderata

Punto 8 - Controllate se le applicazioni Facebook o i link condivisi su Facebook sono sicuri: in caso contrario cancellateli immediatamente o bloccateli. All’uopo è possibile utilizzare una serie di programmi ad hoc (ad esempio, BitDefender Safego) che attraverso il controllo automatico delle impostazioni di privacy e la scansione del vostro profilo utente sono in grado di vedere se sono presenti link dannosi e di indicarvi quali informazioni personali sono visibili a estranei
E comunque ricordate: a meno che non siate più che sicuri, non cliccate mai su un link contenuto in un messaggio email. Copiate e incollate il link sulla barra degli indirizzi del vostro browser e, se vi sembra sospetto, non lo caricate. Questo riguarda in particolar modo le email che sembrano provenire da Facebook e Twitter. E’ meglio digitare direttamente l’indirizzo piuttosto che rischiare di essere ingannati da una falsa email con un link a un sito che potrebbe far incetta di tutti i vostri dati personali, o cercare di installare un malware.

Punto 9 - Mai e poi mai eseguire un codice javascript nella barra degli indirizzi se il sito non e’ affidabile!

Punto 10 - Per vedere una foto o un semplice video basta cliccarci sopra o al massimo bisogna cliccare sul messaggio che dovrebbe portare direttamente alla foto o al video. Perciò quando per poter procedere alla visualizzazione di un video vengono richiesti tanti e/o specifici passaggi, la cosa deve iniziare a puzzarvi!!

martedì 17 maggio 2011

Guerra senza esclusione di colpi tra Google e Facebook

Il social network ha pagato una società di comunicazione per "parlare male" dell'avversario. Il nodo del contendere è sempre lo stesso: le sistematiche violazioni della privacy degli internauti da utilizzare per pubblicità mirate

Diciamo che non si piacciono. Google e Facebook, i due titani telematici che vantano milioni di utenti per i servizi di posta elettronica, ricerca e social media, stanno arrivando ai ferri corti. Magari non sotto i riflettori, certamente dietro le quinte.

La settimana scorsa si è scoperto che Facebook aveva pagato una società di pubbliche relazioni per far “parlare male” dell’avversario. Nella casella di posta elettronica dei guru di nuove tecnologie era arrivata un’email che chiedeva di scrivere un editoriale su “alcuni sviluppi riguardo la privacy nei servizi offerti da Google”. La missiva assicurava aiuto nel preparare e nel piazzare l’articolo, che sarebbe stato pubblicato su una testata di rilievo: magari il Washington Post o l’Huffington Post.

Tra i destinatari dell’email c’era Chris Soghoian, uno dei maggiori luminari di Internet, nuove tecnologie e rischi per la sicurezza, che ha chiesto ai mittenti: “Chi vi paga?”, non ottenendo risposta chiara. Dopo qualche ricerca, la testata telematica The Daily Best ha scoperto che era stato Facebook a chiedere allo studio di pubbliche relazioni Burson-Marsteller di mettere in cattiva luce Google. Soghoian ha difeso per anni, sui media e sul suo blog, la privacy degli internauti. Ha già scritto di privacy, sicurezza e Google, e proprio per questo l’email lo ha insospettito. Grande esperto informatico, è salito agli onori delle cronache per aver dimostrato una falla nei sistemi di sicurezza aerea americani, creando un programma che sfornava carte d’imbarco con qualunque nome e destinazione per gli aerei della Northwest Airlines.

Altra impresa del giovane guru, sempre a difesa di privacy e sicurezza, è la battaglia per chiedere proprio a Google di usare una particolare protezione, chiamata SSL, al fine di proteggere le caselle di posta elettronica da occhi indiscreti. Nel maggio 2010 gli esperti di Gmail acconsentirono. E qualche settimana dopo, strana coincidenza, l’Iran bloccò gli account Google, proponendo un servizio email nazionale che, secondo molti, sarebbe servito a controllare la corrispondenza di chi si oppone al regime.

Ma torniamo alla diatriba con Facebook. Quello che gli uomini di Mark Zuckenberg non hanno digerito è che Google sta mappando le connessioni dei suoi utenti, elencando liste di amicizie e social media utilizzati da ogni singolo utente Gmail. L’obiettivo è lo stesso di Facebook: raccogliere informazioni personali e abitudini sugli internauti e venderle agli inserzionisti, di modo che possano essere usate per pubblicità mirate. Si potrebbe così creare una mappatura globale di social network, fagocitando annche la creatura di Zuckenberg. Fedeltà degli utenti e investimenti degli inserzionisti sono la vera posta in palio in questa lotta tra titani.

Fonte:
Matteo Bosco Bortolaso - Il Fatto Quotidiano - 17 maggio 2011

Programmi per la sicurezza e pulizia del PC

Che programmi bisogna installare per proteggere e mantenere pulito il proprio PC?

Per proteggere in modo efficace il vostro pc, dovete avere:


1) Un Antivirus (necessario ad eliminare programmi dannosi)

Di seguito una lista dei migliori antivirus gratuiti del 2011





AVG Free Edition (http://free.avg.com/it-it/antivirus-gratis-avg)
Uno dei migliori antivirus gratuiti attualmente in circolazione. E’ tra quelli più aggiornati e, oltre a svolgere i normali compiti di antivirus, esso funziona anche come AntiSpyware ed offre una buona protezione in “real time” mentre si naviga. La sua versione gratuita può essere usata solo per un uso privato e non commerciale.

Avira Antivir (http://www.avira.com/en/avira-free-antivirus)
Altro ottimo antivirus, affidabile, facile da usare, veloce nella scansione e continuamente aggiornato. La versione gratuita comprende oltre alle funzioni di antivirus anche quelle di AntiDialer, AntiRootkit, AntiPhishing e AntiSpyware. È disponibile esclusivamente per uso domestico e personale, non per lavoro o per uso commerciale. Disponibile non solo per Windows ma anche per UNIX.

Avast! Home Edition (http://www.avast.com/it-it/free-antivirus-download)
Uno degli antivirus gratuiti più diffusi al mondo. Funziona anche come AntiSpyware e AntiRootkit. Disponibile solo per gli utenti privati e non per istituzioni commerciali.

PC Tools AntiVirus Free Edition (http://www.pctools.com/it/free-antivirus/)
PC Tools Antivirus Free Edition non è efficiente come i precedenti ma conta ugualmente milioni di utenti e soprattutto è uno dei pochi se non l’unico antivirus che può essere usato gratuitamente sia per uso privato che commerciale..

Comodo AntiVirus (http://personalfirewall.comodo.com/free-download.html)
La sua installazione include oltre l’antivirus anche un firewall gratuito. Ad ogni modo è possibile decidere se installare o l’uno o l’altro o entrambi.

Badate bene: la lista di antivirus che vi ho appena proposto non è una classifica bensì semplicemente un elenco. Giusto per darvi le principali caratteristiche di ciascun antivirus così da permettervi di scegliere quello che più fa al caso vostro.


2) Un Firewall (ovvero un filtro che gestisce le connessioni in entrata e in uscita)
Uno dei migliori firewall presenti sul mercato, nonchè gratuito, è senza dubbio Comodo Internet Security, che integra anche un ottimo antivirus.

Potete scaricarlo a questo indirizzo: http://personalfirewall.comodo.com/


3) Uno o due AntiSpyware (necessari per eliminare gli Spyware, ovvero quei programmi che cercano di raccogliere più informazioni possibili dai nostri PC). I migliori programmi antispyware in circolazione, entrambi gratuiti, sono

Spybot - Search & Destroy (http://www.safer-networking.org/it/spybotsd/index.html)

Ad-Aware Free (http://www.lavasoft.com/products/ad_aware_free.php)

Per ottenere i risultati migliori è consigliabile l’installazione di entrambi


4) Infine, per la pulizia del PC, consiglio CCleaner , ottimo programma gratuito che permette la cancellazione di elementi inutili, la liberazione di spazio sul disco e di rendere il sistema più leggero e veloce. E' caricabile a questo indirizzo: http://www.piriform.com/

lunedì 16 maggio 2011

Come scoprire chi ti spia mentre navighi online

Il fenomeno dello “spionaggio” online è ormai una caratteristica imprescindibile di internet.

Non c’è praticamente sito che non abbia qualche fattore di controllo della nostra visita. Si passa da quelli innocui che si limitano a registrare semplicemente la nostra visita (i contatori visite, che praticamente ogni sito possiede) a quelli invece che recepiscono molte e più complesse informazioni: si pensi ad esempio ai servizi come Facebook cui, tra l’altro, molte informazioni le diamo noi “spontaneamente” quando accettiamo applicazioni o sondaggi o altro, oltre a tutte quelle informazioni digitate nel profilo e alle quali Facebook ovviamente ha pieno accesso.

A seguire questa politica di spionaggio non è solo Facebook ovviamente. Anche Google, giusto per fare un altro nome famoso, è uno di quei siti che “squadra” da cima a fondo i suoi utilizzatori per cercare di reperire quante più informazioni possibili su di essi. Ci spiano Msn.com, Yahoo.com, Answers.com, persino il Merriam Webster online... molti, moltissimi siti, alcuni dei quali "insospettabili", ci tengono d'occhio mentre navighiamo e talvolta mandano addirittura le nostre informazioni a terze parti.

Come fare per proteggersi?
Esiste un’estensione gratuita disponibile per tutti i maggiori browser internet (Ie, Chrome, Firefox, ecc.), di nome Ghostery, che una volta installata, informa l’internauta sui programmi che stanno recependo qualche informazione di navigazione.
In pratica Ghostery scansiona i siti web in cui navighiamo andando a cercare eventuali bug o codici presenti nella pagina web che richiedano dei dati personali.

Come detto, questi dati vengono richiesti dalla maggior parte dei siti web nel mondo perché permettono poi ai siti che campano di pubblicità di gestirla in maniera ottimale. Tuttavia grazie a Ghostery è possibile sapere con certezza quali sono questi siti web in modo che, nel caso in cui li reputeremo non affidabili, non li visiteremo più.

Per installare Ghostery basta andare nel sito ufficiale (http://www.ghostery.com/), e cliccare su DOWNLOAD NOW

Differenza tra Facebook e Twitter

Facebook e Twitter sono entrambi Social Network. Tuttavia mentre Facebook è una vera e propria piattaforma sociale sulla quale sono possibili molteplici interazioni (dai giochi alla chat) e condivisioni di materiale di vario tipo: foto, link, video, Twitter invece è una piattaforma di “micro-blogging” che permette aggiornamenti di stato limitati nel numero di caratteri (140) e la condivisione di alcuni contenuti (link, foto, posizione).

Entrambi sono piuttosto giovani. Facebook, che prende il nome dall’annuario tipico delle scuole americane, è nato nel 2004 da studenti della Harvard University. Twitter, invece, che prende il nome dal verbo to tweet, in inglese cinguettare, è nato nel 2006 e può essere inteso come la naturale evoluzione degli SMS portati su internet.

Facebook grazie alla facilità con cui permette di condividere foto, link, video e alla continua aggiunta di nuove funzioni (in particolare sta riscuotendo molto successo la versione “mobile” del social network grazie alla versione del sito per cellulari e alle applicazioni dedicate) sta conoscendo un’incredibile espansione in tutto il mondo (600 milioni di utenti attivi a gennaio del 2011). Il sucesso di Twitter invece per ora è limitato soprattutto nel mondo anglosassone.

Entrambi si interfacciano con altri siti e tra di loro per creare un unico flusso comunicativo. Facebook è molto più diffuso rispetto a Twitter che però in compenso è, secondo molti, un canale comunicativo più impegnato. Entrambi i servizi soffrono di continue ondate di spam.

Virtual CloneDrive

Volete accedere al contenuto di un file immagine senza dover masterizzare un CD/DVD? Volete accedere al contenuto di un file immagine ma non avete il supporto ottico su cui masterizzare? Volete accedere al contenuto di un file immagine ma non avete il tempo di masterizzare? Volete accedere al contenuto di un file immagine ma non volete sprecare il supporto ottico perché già sapete che utilizzerete il suo contenuto solo un’unica volta?

In realtà i file immagine non sono altro che degli archivi compressi, quindi l’ideale sarebbe poter navigare nel contenuto di essi, senza necessità di procedere alla loro masterizzazione ma aprendoli direttamente sul computer come appunto normali archivi. Fantascienza? No, realtà. Sono disponibili tante soluzioni software, alcune gratuite, altre a pagamento. Virtual CloneDrive rappresenta un'alternativa freeware, facile e veloce.

Virtual CloneDrive è un lettore CD/DVD virtuale in grado di montare, così si dice in gergo, un'immagine disco, semplicemente cliccandovi sopra due volte.
In fase di installazione il programma crea un driver virtuale, che simula un lettore CD/DVD. Al termine dell’installazione in Esplora Risorse di Windows compare un lettore BD-ROM: è la prova che il programma è stato installato correttamente. A questo punto, cliccando su qualsiasi file immagine sarà possibile verificarne direttamente il contenuto, come se si stesse lavorando con un disco masterizzato. I formati più comuni di file immagine sono: ISO, BIN, CCD, DVD, IMG, UDF

I file visualizzati possono essere copiati, consultati ed è anche possibile avviare installazioni come se si avesse a disposizione un supporto ottico.