mercoledì 30 dicembre 2009

Dieci storie incredibili, tutte con Facebook come protagonista.

Al primo posto c'è quella di Danielle Smith, signora del Missouri che all'inizio dell'anno aveva pubblicato un'immagine della sua famiglia (lei, il marito e due figli biondi) talmente perfetta da sembrare finta. Avete presente le immagini del Mulino bianco? Moglie e marito con le teste reclinate a forma di cuore, pargoli biondi e sorridenti... l'icona del perfetto idillio coniugale. Al punto che un pubblicitario della Repubblica Ceca ha utilizzato all'insaputa dei diretti interessati la foto per reclamizzare un grande magazzino di Praga!! Per settimane l'immagine della signora Smith con marito e prole ha campeggiato nella capitale ceca, su un maxipannello da dieci metri per cinque. Ma il bello è come l'ha scoperto Danielle: un amico di famiglia è andato in vacanza a Praga, imbattendosi nei quattro volti americani familiari. Quando si dice che il diavolo fa le pentole...

Al secondo posto la storia di Nathalie Blanchard, impiegata della IBM di Bromont, nel Quebec, che a causa di Facebook ha perso il sussidio per malattia. E' successo che la signora Nathalie Blanchard ha pubblicato su Facebook una foto che la ritrae in costume su una spiaggia d'estate. Niente di male, se non fosse che alla donna era stata diagnosticata la depressione e che quella foto, secondo l'ufficio legale della compagnia, dimostrava che la Blanchard non era malata.

Al terzo posto la storia di Dana Hanna, diventato famoso per aver aggiornato lo status da "engaged" (fidanzato) a "married" (sposato) su Facebook direttamente dall'altare. La sua giustificazione? Quella di essere uno sviluppatore di software. Con il consenso del prete e della neomoglie, Dana ha aggiornato la propria situazione sentimentale in diretta, lasciando anche un Tweet su Twitter.

Ma Facebook non serve solo a suggellare le unioni, anzi più spesso le spezza. La povera Emma Brady, trentacinquenne inglese dopo sei anni di matrimonio è venuta a sapere che il marito Neil aveva intenzione di separarsi...leggendo il suo status sul social network.

A volte Facebook serve da alibi. Ne sa qualcosa il diciannovenne Rodney Bradford che è riuscito a evitare una condanna per furto grazie all'aggiornamento di uno status. Una frase scema, "Where's my pancakes?", che però è stata fondamentale al suo avvocato per dimostrare che al momento della rapina il ragazzo si trovava seduto davanti al pc a interrogarsi sulla collocazione della propria merenda preferita.

E ancora più utile il social network lo è stato per il ventiduenne egiziano Alex Anfuso, che pubblicando la frase "Cerco mia madre" la mamma l'ha trovata davvero!! Neppure Maria De Filippi sarebbe riuscita a fare meglio!! Meno intelligente l'obiettivo di José Romero, ragazzino dell'Ecuador che per scherzo qualche mese fa ha aperto un gruppo intitolato "Se raggiungo il tetto di 1 milione di amici mi tatuo 151 Pokemon sulla schiena". Ebbene, in poche ore il gruppo creato dal ragazzino ha raggiunto la cifra di un milione e gli aderenti al gruppo hanno preteso il mantenimento della promessa da parte di José Romero esigendo poi di vedere le foto della sua schiena decorata con Pikachu e compari. José Romero naturalmente si è ben guardato dal mantenere la scommessa ha cancellato il gruppo dal web.

Sempre a proposito di promesse, ma stavolta mantenute. L'ottava storia incredibile è la storia d'amore tra Kelly Hildebrandt e Kelly Hildebrandt, un uomo e una donna con lo stesso nome, che si sono appunto conosciuti su Facebook ironizzando sul fatto di chiamarsi nello stesso modo. Dopo qualche messaggio privato si sono conosciuti e sposati.

Meno edificante la storia della tredicenne che sul social network ha conosciuto l'uomo che è poi diventato il suo amante. Scoperta, sempre su Facebook, dalla madre che ha avvertito la polizia.

Per finire, l'ultima storia incredibile riportata dal sito ha come protagonista un maschio italiano. Il matrimonio fra Valeria e Antonio è infatti naufragato a pochi giorni dalle nozze perché la futura sposa ha scoperto su Facebook che il suo amato la tradiva. Per vendicarsi la ragazza ha tappezzato i muri di Roma di manifestini con tanto di foto del fedifrago. O almeno, così sembrava. Prima che si scoprisse che tutta l'operazione era una messa in scena di marketing "virale".

Le Adsl italiane sono lente come lumache

La velocità' delle Adsl italiane è deludente. A dispetto dei 20 Megabit di velocità sbandierati da numerosi operatori, lo studio di Speedtest.net rivela come l'Italia risulta 45esima al mondo per velocità reale di download e 79esima per quella di upload, dietro i principali Paesi europei.

Aumentano i malumori degli utenti delusi dalla velocità dell'Adsl e aumentano i casi di operatori multati dall'Antitrust per "pratica commerciale scorretta" in merito alla velocità Adsl. L'ultimo è di qualche settimana fa. Sul banco degli imputati stavolta Fastweb, che pure ha buona fama quanto a qualità delle connessioni. Ma conoscete voi un operatore in Italia che non sia finito nel mirino dell'Antitrust per questo motivo? La causa delle multe sempre la stessa: per "messaggi pubblicitari ingannevoli", cioè per aver fatto credere agli utenti di poter navigare a una velocità molto superiore a quella in effetti raggiungibile, mai ben specificata sul sito. In altre parole, per aver venduto fumo!!

E il problema delle velocità Adsl che non corrispondono a realtà non riguarda solo quelle fisse ma anche le connessioni su banda larga mobile (Umts/Hspa) che dichiarano velocità massime di 7 Mbps ma poi vanno in realtà a circa 1-2 Mbps.

Alla base del problema, delle velocità Adsl in Italia come rivelato dagli studi, ci sono principalmente tre elementi: grandi promesse degli operatori, velocità reali molto più basse di quelle dichiarate e della media europea, scarsa trasparenza delle offerte.

Da parte sua l'utente può usare appositi software che testano la connessione. A tal proposito entro la fine dell'anno prossimo Agcom (Autorità garante delle comunicazioni) e la Fub (Fondazioni Ugo Bordoni) pubblicheranno il primo software "certificato" per testare la connessione. L'utente potrà usarne i risultati, quindi, per rivalersi sull'operatore, chiedendo per esempio rimborsi o una disdetta del contratto in caso di promesse pubblicitarie largamente disattese. Ma sarà veramente così? Già da novembre 2008 Agcom ha chiesto agli operatori di dichiarare non solo la velocità massima ma anche quella minima e media per le proprie connessione, con tanti altri parametri. Ma è stato come parlare ai sordi. Il software certificato servirà a ben poco se le promesse degli operatori continueranno a essere così fumose. "È uno di quei casi in cui noi facciamo le regole ma poi non vengono rispettate", ha dichiarato Nicola D'Angelo, consigliere Agcom.

Quirinale sbarca su YouTube

Ci sono alcune consuetudini che fanno parte della nostra identità nazionale. Una di queste è il messaggio di fine anno del Presidente della Repubblica. Come ogni 31 dicembre, anche domani sera l'attuale Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, rivolgerà dalla tv a tutti gli italiani un augurio per il 2010 e farà un bilancio del 2009.

Ma quest'anno c'è una novità molto importante: dopo la diretta tv il messaggio verrà caricato sul canale YouTube della Presidenza della Repubblica. E' la prima volta!! Ebbene sì, da domani le porte del Quirinale si apriranno alla community di YouTube. L'indirizzo del Quirinale su YouTube sarà:

www.youtube.com/presidenzarepubblica

Dopo il canale della Camera dei Deputati, del Ministro Gelmini e del Vaticano, anche la principale Istituzione della Repubblica inizia l'utilizzazione di Internet per comunicare in modo più diretto con i cittadini, seguendo l'esempio di importanti Istituzioni come il governo britannico e la Famiglia Reale inglese, la Regina Rania di Giordania, l'Unione Europea, la Casa Bianca, il Governo Iracheno e la Presidenza di Israele.

Il canale della Presidenza della Repubblica su YouTube raccoglierà filmati degli interventi più significativi del Capo dello Stato.Il canale YouTube della Presidenza della Repubblica sarà aperto da un messaggio di benvenuto del Presidente Napolitano:
Apriamo le porte del Quirinale ai tanti utenti dei nuovi media non solo per ampliare e rendere sempre più efficienti e moderni gli strumenti della nostra comunicazione ma anche per promuovere e favorire un rapporto sempre più stretto e trasparente con i cittadini. Le nuove tecnologie non conoscono né barriere né frontiere. Ci incontreremo in questo spazio per costruire, insieme, occasioni di partecipazione alla vita democratica.


McAfee:previsioni per il 2010

David Marcus, responsabile della ricerca sulla sicurezza e delle comunicazioni di McAfee Labs, prevede una vera e propria esplosione di malware "dedicati" a Facebook: numerosissimi gli spammer che inviano a ignari utenti false applicazioni di Facebook le quali, una volta installate, permettono agli hacker il pieno accesso ai dati degli utenti sul noto social network. Per evitare rogne installare applicazioni di Facebook esclusivamente attraverso l'apposito tool di installazione all'interno della pagina di gestione del proprio account sul social network.

Anche Twitter è vulnerabile, soprattutto quando viene associato a servizi di abbreviazione delle URL come bit.ly o tinyurl.com: questi servizi sono potenzialmente pericolosi perchè chi clicca su una URL abbreviata non sa quale pagina andrà ad aprire e potrebbe quindi approdare su siti "maligni" che tentano di installare automaticamente virus e malware sui pc dei visitatori. Secondo McAfee, Twitter sta anche diventando un veicolo di controllo per le botnet, le reti di computer messe insieme dagli hacker all'insaputa dei proprietari dei computer stessi per realizzare attacchi informatici su vasta scala attraverso internet.

Tra i software più colpiti dagli hacker ci saranno i prodotti Adobe, soprattutto Reader e Flash a causa della loro crescente diffusione. Si diffonderanno sempre più in Rete i documenti pdf infetti, che una volta aperti aprono siti che scaricano malware sui computer dei malcapitati utenti. Per stare sicuri tenere sempre aggiornati i due programmi installando le patch di sicurezza rilasciate di volta in volta dalla casa produttrice.

Non sarà immune da attacchi Chrome Os, il sistema operativo annunciato da Google nei mesi scorsi e atteso nel 2010: essendo basato sul web, Chrome Os sarà probabilmente vulnerabile agli attacchi realizzati nel codice Html 5, la più recente versione del linguaggio di ipertesto utilizzato per le pagine internet.

Altro motivo di preoccupazione è l'evoluzione dei "trojan", che sempre più spesso utilizzano tecniche "rootkit" per installarsi sul pc della vittima e disabilitare eventuali antivirus.

Il report dei McAfee Labs si chiude comunque con una nota di ottimismo: il 2009 è stato infatti un anno positivo per la lotta agli hacker. A novembre il Dipartimento di Giustizia statunitense ha incriminato nove persone di nazionalità russa, moldava ed estone, accusate di essere responsabili di truffe informatiche per un valore complessivo di 9 milioni di dollari. Sempre quest'anno inoltre, è stato condannato l'americano Alan Ralsky, noto come "padrino dello spamming".

L'importante è non abbassare la guardia.

Fonte:
http://www.affaritaliani.it/mediatech/occhio_ai_virus301209.html