Non tutti sanno che nacque prima il computer della lampadina. Correva l’anno 1822, le ferrovie erano ancora una novità, Thomas Edison si trovava in cielo a giocare al piccolo chimico con gli angioletti e ci voleva ancora un quarto di secolo perchè una cicogna si decidesse a portarlo su questo mondo affinchè diventasse il più geniale inventore del suo tempo. Nel suo laboratorio invece un matematico inglese, Charles Babbage, stava già lavorando all’idea di un calcolatore meccanico, quello che chiamò la macchina delle differenze. Gli ci vollero dieci anni solo per realizzare una sezione di questa macchina ma da questa invenzione ricavò alcuni concetti che gli furono molto utili nell' ideazione della sua seconda macchina; quella analitica, una macchina che poteva essere programmata con schede perforate ed eseguire i calcoli più complessi. In altre parole un computer ante litteram, l’antenato meccanico di tutti i successivi calcolatori digitali. Secondo i progetti di Babbage la sua ‘macchina analitica’ sarebbe stata composta di migliaia di meccanismi di precisione e sarebbe stata in grado di funzionare veloce come un treno: pochi secondi per eseguire somme o sottrazioni di numeri fino a 40 cifre, un po’ di più per moltiplicazioni e divisioni. E del treno la nuova macchina doveva avere non solo la velocità ma anche le dimensioni: secondo i progetti di Babbage infatti sarebbe stata grande quanto…una locomotiva! La macchina analitica doveva essere costituita da due parti: lo store (memoria) che immagazzinava variabili e costanti e nella quale dovevano essere conservati anche tutti i risultati intermedi dei calcoli (quella che oggi chiamiamo RAM); e il mill (unità di calcolo) che conteneva il programma vero e proprio (quello che oggi si chiama CPU o processore)
Come si fa a non rimanere colpiti dalla modernità dei concetti che erano alla base del funzionamento di questa macchina e che sono gli stessi che oggi, con tecnologia elettronica, sono alla base dei calcolatori?
La tecnologia però non era ancora così avanzata da permettere a Babbage di realizzare concretamente il suo progetto. Ma lo schema generale del suo calcolatore è talmente simile a quello dei computer moderni che, pensate, la tardiva riscoperta dei suoi scritti invalidò alcuni brevetti dell’IBM.
Bisognerà aspettare la seconda metà del Novecento, quindi ancora più di un un secolo, per il primo vero computer, l’ENIAC, e vedere riconosciuta l’opera di questo “visionario” ottocentesco.
Come si fa a non rimanere colpiti dalla modernità dei concetti che erano alla base del funzionamento di questa macchina e che sono gli stessi che oggi, con tecnologia elettronica, sono alla base dei calcolatori?
La tecnologia però non era ancora così avanzata da permettere a Babbage di realizzare concretamente il suo progetto. Ma lo schema generale del suo calcolatore è talmente simile a quello dei computer moderni che, pensate, la tardiva riscoperta dei suoi scritti invalidò alcuni brevetti dell’IBM.
Bisognerà aspettare la seconda metà del Novecento, quindi ancora più di un un secolo, per il primo vero computer, l’ENIAC, e vedere riconosciuta l’opera di questo “visionario” ottocentesco.
La Macchina alle differenze sarà invece completata solo nel 1989 ed ora è esposta al Museo della Scienza di Londra.
Il nome di Babbage tuttavia resta legato anche a un’altra invenzione, questa subito adottata. Avete presente la sporgenza di fronte la locomotiva dei primi treni a vapore? Si chiama cacciabufali e serviva per togliere dalle rotaie sassi e animali. Ebbene il suo inventore fu proprio Charles Babbage