Si chiama N00ter ed è il nuovo strumento presentato pochi giorni fa alla conferenza Black Hat di Las Vegas da Dan Kaminsky, il ricercatore già salito agli onori della cronaca tempo fa per aver scoperto una delle vulnerabilità più grandi dell’intera Rete conosciuta come DNS poisonning. Si tratta di un programma gratuito per analizzare il comportamento degli ISP e individuare eventuali comportamenti scorretti che mettono a repentaglio la neutralità della Rete.
Il ragionamento di Dan Kaminsky, è molto semplice: l'utente, una volta pagato l'abbonamento internet, dovrebbe avere accesso alle stesse prestazioni qualsiasi cosa faccia con la rete, a prescindere che se ne stia tutto il giorno attaccato a YouTube, usi programmi P2P o si limiti alla chat su Skype. A meno che non sia stato avvisato al momento di sottoscrivere il contratto. Alcuni provider invece "filtrano" il traffico, dando ad alcuni siti o servizi una corsia preferenziale (ossia più veloce) e rallentandone altri. Molti provider giustificano il filtro di questo tipo di traffico con la scusa che, per garantire un utilizzo “saggio” della banda a disposizione, alcune azioni non possono avere la stessa priorità di altre in quanto influiscono maggiormente. Tra queste ovviamente lo scambio di file e la visualizzazione di video. Legittimo o no, non dovrebbero essere gli ISP a decidere. “Sono le piccole differenze che mi preoccupano. Bing è 50 millisecondi più lento di Google. È colpa dell'ISP e del milione di altre cose che potrebbero rallentarlo", spiega infatti Kaminsky, ricordandoci che il problema non riguarda solo il P2P. Un ISP potrebbe rallentare un sito o un servizio in favore di un altro per qualsiasi ragione.
Grazie a N00ter l’utente può vedere se ci sono rallentamenti artificiali imposti dal provider e denunciarli in quanto spesso accade che siano imposti in maniera illegittima.
"Sto solo avvisando gli ISP di non fare nulla che non vorrebbero vedere sulla prima pagina di un giornale", precisa Dan Kaminsky. In altre parole: che filtrino pure, ma che lo dicano ai propri clienti.
Un balzo in avanti per i diritti e la trasparenza degli utenti.
Il ragionamento di Dan Kaminsky, è molto semplice: l'utente, una volta pagato l'abbonamento internet, dovrebbe avere accesso alle stesse prestazioni qualsiasi cosa faccia con la rete, a prescindere che se ne stia tutto il giorno attaccato a YouTube, usi programmi P2P o si limiti alla chat su Skype. A meno che non sia stato avvisato al momento di sottoscrivere il contratto. Alcuni provider invece "filtrano" il traffico, dando ad alcuni siti o servizi una corsia preferenziale (ossia più veloce) e rallentandone altri. Molti provider giustificano il filtro di questo tipo di traffico con la scusa che, per garantire un utilizzo “saggio” della banda a disposizione, alcune azioni non possono avere la stessa priorità di altre in quanto influiscono maggiormente. Tra queste ovviamente lo scambio di file e la visualizzazione di video. Legittimo o no, non dovrebbero essere gli ISP a decidere. “Sono le piccole differenze che mi preoccupano. Bing è 50 millisecondi più lento di Google. È colpa dell'ISP e del milione di altre cose che potrebbero rallentarlo", spiega infatti Kaminsky, ricordandoci che il problema non riguarda solo il P2P. Un ISP potrebbe rallentare un sito o un servizio in favore di un altro per qualsiasi ragione.
Grazie a N00ter l’utente può vedere se ci sono rallentamenti artificiali imposti dal provider e denunciarli in quanto spesso accade che siano imposti in maniera illegittima.
"Sto solo avvisando gli ISP di non fare nulla che non vorrebbero vedere sulla prima pagina di un giornale", precisa Dan Kaminsky. In altre parole: che filtrino pure, ma che lo dicano ai propri clienti.
Un balzo in avanti per i diritti e la trasparenza degli utenti.