Il ruolo dei social media nei recenti disordini in Libia, in Tunisia e in Egitto, è di fondamentale importanza. In questi tragici avvenimenti, il fatto di poter comunicare grazie ai blog, a Twitter, a Facebook o agli sms ha contribuito a diffondere nel mondo le notizie delle rivolte in tempo reale ed ha giocato anche il ruolo importante del passaparola tra gli internauti e i manifestanti. Lo sanno bene i dittatori dei paesi in rivolta, tant’è vero che una delle prime misure da essi prese contro i manifestanti è stato il blocco dell’accesso al web
C’era già stata una rivolta al Cairo tre o quattro anni fa, ha spiegato Assange. Una piccola rivolta, ed in quel caso proprio Facebook venne usato per arrestare i partecipanti. Così mentre internet ci ha dato la possibilità di conoscere cosa fanno i governi, viene utilizzato a sua volta per spiare cosa fanno gli utenti. Le tecnologie possono quindi aiutare i regimi per controllare cosa fanno o pensano i propri abitanti, “una tecnologia che può essere usata da un regime totalitario, in un modo mai visto in passato“
Pensieri che si contraddicono, solo all’apparenza. I social network infatti sono strumenti bellissimi, straordinari, ma da utilizzare con la massima attenzione. Far sapere agli altri cosa ci accade o cosa pensiamo, può essere stimolante, ci può far conoscere realtà insospettabili. Ma nello stesso tempo tutto ciò che facciamo o diciamo sul web può essere usato contro di noi. In maniera talvolta innocua, in altre traumatica.
La verità è che internet, così come ogni strumento, può essere usato a fin di bene, o per scopi nefasti. Dipende da noi…
Tuttavia Internet non è solo “una tecnologia che favorisce la libertà di parola“, o “una tecnologia che aiuta i diritti umani“. È anche è “la più grande macchina di spionaggio che il mondo abbia mai conosciuto, ed è un ostacolo per la libertà di parola”, parole di Julian Assange duranteun discorso agli studenti dell’Università di Cambridge.
C’era già stata una rivolta al Cairo tre o quattro anni fa, ha spiegato Assange. Una piccola rivolta, ed in quel caso proprio Facebook venne usato per arrestare i partecipanti. Così mentre internet ci ha dato la possibilità di conoscere cosa fanno i governi, viene utilizzato a sua volta per spiare cosa fanno gli utenti. Le tecnologie possono quindi aiutare i regimi per controllare cosa fanno o pensano i propri abitanti, “una tecnologia che può essere usata da un regime totalitario, in un modo mai visto in passato“
Pensieri che si contraddicono, solo all’apparenza. I social network infatti sono strumenti bellissimi, straordinari, ma da utilizzare con la massima attenzione. Far sapere agli altri cosa ci accade o cosa pensiamo, può essere stimolante, ci può far conoscere realtà insospettabili. Ma nello stesso tempo tutto ciò che facciamo o diciamo sul web può essere usato contro di noi. In maniera talvolta innocua, in altre traumatica.
La verità è che internet, così come ogni strumento, può essere usato a fin di bene, o per scopi nefasti. Dipende da noi…