I social network ci spiano e violano la nostra privacy. Questo in sostanza il risultato dell'inchiesta pubblicata dal Wall Street Journal sull'impiego delle informazioni raccolte mediante i social widget, ossia i pulsanti Like (Mi piace nella versione italiana) di Facebook, Tweet di Twitter e Buzz di Google.
Se usate almeno una volta al mese i widget di Facebook o di Twitter, i siti continueranno a raccogliere i dati di navigazione, anche dopo che avrete chiuso il browser.
L'unico modo per fermare la raccolta di informazioni è quello di fare il logout dal proprio account del social network. Facebook, Twitter, Google e tutti gli altri siti social che forniscono pulsanti di widget sostengono di non utilizzare i dati di navigazione così raccolti per monitorare gli utenti.
In dettaglio, Facebook dichiara di usarli solo per fini pubblicitari e di cancellarli entro 90 giorni, Google addirittura sostiene che il proprio servizio Buzz fornisca informazioni non riconducibili agli utenti e di cancellare i dati raccolti entro due settimane, Twitter dice di non usarli per niente e comunque di eliminarli "rapidamente".
I responsabili della raccolta dei dati relativi alle attività di navigazione degli utenti di Facebook hanno spiegato che il widget deve per forza poter individuare l'utente che lo ha selezionato per mostrare ai suoi amici il contenuto che gli è piaciuto.
Preoccupazioni hanno espresso i sostenitori della privacy davanti alle informazioni pubblicate dal Wall Street Journal, sostenendo che queste procedure violano la privacy degli utenti. Peter Eckersley, tecnico della Electronic Frontier Foundation, un gruppo di difesa della privacy, ha reagito a questa inchiesta dichiarando che "le nostre abitudini di lettura online svelano tutto quello che stiamo pensando, opinioni politiche e religiose, salute e problemi personali. Con questo sistema è come avere sempre una spia invisibile dietro alle spalle".
Se usate almeno una volta al mese i widget di Facebook o di Twitter, i siti continueranno a raccogliere i dati di navigazione, anche dopo che avrete chiuso il browser.
L'unico modo per fermare la raccolta di informazioni è quello di fare il logout dal proprio account del social network. Facebook, Twitter, Google e tutti gli altri siti social che forniscono pulsanti di widget sostengono di non utilizzare i dati di navigazione così raccolti per monitorare gli utenti.
In dettaglio, Facebook dichiara di usarli solo per fini pubblicitari e di cancellarli entro 90 giorni, Google addirittura sostiene che il proprio servizio Buzz fornisca informazioni non riconducibili agli utenti e di cancellare i dati raccolti entro due settimane, Twitter dice di non usarli per niente e comunque di eliminarli "rapidamente".
I responsabili della raccolta dei dati relativi alle attività di navigazione degli utenti di Facebook hanno spiegato che il widget deve per forza poter individuare l'utente che lo ha selezionato per mostrare ai suoi amici il contenuto che gli è piaciuto.
Preoccupazioni hanno espresso i sostenitori della privacy davanti alle informazioni pubblicate dal Wall Street Journal, sostenendo che queste procedure violano la privacy degli utenti. Peter Eckersley, tecnico della Electronic Frontier Foundation, un gruppo di difesa della privacy, ha reagito a questa inchiesta dichiarando che "le nostre abitudini di lettura online svelano tutto quello che stiamo pensando, opinioni politiche e religiose, salute e problemi personali. Con questo sistema è come avere sempre una spia invisibile dietro alle spalle".