Sembra una delle solite storie d’amore nate sul web: lui e lei si conoscono su internet, lui la corteggia, lei si mostra disponibile. Vivono in Paesi diversi e perciò inizialmente è una storia esclusivamente online. Col tempo assume tinte un po' piccanti finchè dopo otto mesi di scambio di mail e fotografie c’è la richiesta di un incontro. Però rispetto alle solite storie d'amore nate sul web, questa ha due particolarità: la prima è che lui non è il figlio di un pincopallino qualsiasi: suo padre si chiama Fidel Castro, sì, proprio quel Fidel Castro...E lei in reltà non è una lei ma...un lui. Si chiama Luis Dominguez, è un giornalista investigativo, esule cubano che vive a Miami e per otto mesi si è finto una donna, Claudia Valencia, intrattenendo con lo scapestrato figlio del lider maximo un flirt on-line. Luis Dominguez ha gettato la maschera solo quando Antonio Castro (in foto), pur fidanzato da lunga data, ha invitato a Cuba la bella Claudia. Perchè Dominguez ha messo in atto questa burla? Per mostrare – parole sue - l'ipocrisia di un Paese i cui governanti si concedono dei lussi a cui il popolo non ha accesso. "Mentre a molti cubani è vietato l'accesso agli internet caffè dell'Avana, lui ha un Blackberry e un accesso illimitato a internet", ha spiegato Dominguez al Miami Herald. In effetti per tutti gli otto mesi Antonio Castro chattava con la presunta Claudia dal suo Blackberry. Inoltre in questi scambi Castro parla di fine settimana trascorsi in note località turistiche, di acquisti di vestiti griffati e dei suoi viaggi intorno al mondo come medico della squadra di baseball cubana. Luis Dominguez ha avuto l’idea di rimorchiare Antonio Castro dopo averlo visto a un torneo di baseball. Castro era sempre circondato da belle donne. In quell’occasione dette in giro il suo indirizzo di posta elettronica. Ed è stato così che Dominguez lo ha ”incontrato” nel sito sociale Tagged. Il giornalista ha finto di essere una boliviana giovane e avvenente, appassionata di calcio e computer. Per rendersi più credibile, ha anche inviato una foto, naturalmente creata digitalmente. E così ha cominciato un’intensa chat che spesso si trasformava in aperto flirt sessuale.
Questa storia è un’altra conferma di quanto Internet possa trasformarsi in una pericolosa trappola. Un giornalista investigativo ha usato la rete e una falsa identità per prendersi gioco del figlio di Castro e metterlo in ridicolo. Ma i giornali sono pieni di storie in cui gli internauti giocano con l’identità propria o altrui, a volte con ripercussioni tragiche. Ricordate la storia di Megan, la ragazzina americana di St. Louis impiccatasi nella sua cameretta dopo essersi sentita tradita e offesa da Josh, amico conosciuto su MySpace? In realtà Josh non esisteva, era un profilo creato dai vicini di casa appositamente per prendere in giro la ragazzina e carpirle chissà quali confidenze. Oppure il caso dell’informatico marocchino, condannato a tre anni di carcere per avere utilizzato il nome del fratello del re per iscriversi a Facebook.
Pertanto attenzione ad accettare sconosciuti come amici sui social network e soprattutto massima cura a non lasciare in rete più informazioni personali sul vostro conto di quanto sia strettamente necessario. Tali informazioni infatti hanno per i ladri di identità la stessa appetibilità che un sorcio ha per un gatto affamato! Se Antonio Castro non fosse stato così sprovveduto da dare in giro liberamente il proprio indirizzo email, Dominguez non avrebbe mai potuto contattarlo e quindi prendersi gioco di lui
Questa storia è un’altra conferma di quanto Internet possa trasformarsi in una pericolosa trappola. Un giornalista investigativo ha usato la rete e una falsa identità per prendersi gioco del figlio di Castro e metterlo in ridicolo. Ma i giornali sono pieni di storie in cui gli internauti giocano con l’identità propria o altrui, a volte con ripercussioni tragiche. Ricordate la storia di Megan, la ragazzina americana di St. Louis impiccatasi nella sua cameretta dopo essersi sentita tradita e offesa da Josh, amico conosciuto su MySpace? In realtà Josh non esisteva, era un profilo creato dai vicini di casa appositamente per prendere in giro la ragazzina e carpirle chissà quali confidenze. Oppure il caso dell’informatico marocchino, condannato a tre anni di carcere per avere utilizzato il nome del fratello del re per iscriversi a Facebook.
Pertanto attenzione ad accettare sconosciuti come amici sui social network e soprattutto massima cura a non lasciare in rete più informazioni personali sul vostro conto di quanto sia strettamente necessario. Tali informazioni infatti hanno per i ladri di identità la stessa appetibilità che un sorcio ha per un gatto affamato! Se Antonio Castro non fosse stato così sprovveduto da dare in giro liberamente il proprio indirizzo email, Dominguez non avrebbe mai potuto contattarlo e quindi prendersi gioco di lui