Internet è uno straordinario strumento di partecipazione sociale, utilizzato da uomini, aziende, società, Stati....L’estrema facilità con cui è possibile mettere in Rete qualunque tipo di informazione può indurre a pubblicare dati che per confidenzialità e riservatezza giammai andrebbero pubblicate in internet. Finchè si mettono in Rete informazioni innocue è un conto, ma quando quelle informazioni creano qualche imbarazzo o peggio sono delicatissime allora... son dolori. Ne sa qualcosa il governo della più grande potenza mondiale, gli Stati Uniti, che la settimana scorsa ha pubblicato per errore un rapporto segreto di 266 pagine contenente informazioni riservate su centinaia di siti e programmi nucleari civili Usa, comprese le mappe con l'esatta collocazione di depositi di carburante per la fabbricazione di armi nucleari. Il rapporto include informazioni dettagliate sull’ubicazione dei depositi di uranio arricchito e delle altre strutture dove sono custoditi materiali usati per la fabbricazione di bombe atomiche nonchè informazioni su laboratori di primaria importanza, come i laboratori di Los Alamos o del mitico Fort Knox, così chiamato per l’ eccezionale dispositivo di sicurezza da cui è protetto data la sua importanza militare.
Il governo si è accorto dell’errore solo grazie alla telefonata di alcuni giornalisti, e immediatamente ha fatto cancellare la relazione dal web. Ma ormai la frittata era fatta. Per una intera giornata la dettagliata lista con le preziose informazioni è stata a disposizione di cani e porci, di chiunque visitasse i siti internet del Government Printing Office. La causa dell’errore probabilmente è dovuta al fatto che il rapporto contenente queste informazioni era stato classificato come 'highly confidential' (altamente confidenziale) ma non 'classified', ovvero non secretato, definizione che deve aver tratto in inganno più di un ufficio federale.
Come prevedibile, la pubblicazione del documento ha destato grande preoccupazione negli Stati Uniti ma alcuni esperti hanno gettato acqua sul fuoco. Essi infatti, pur non escludendo che queste informazioni possano essere cadute in mano a terroristi, hanno aggiunto che comunque non c’è un vero pericolo per la sicurezza nazionale poiché tali informazioni potevano essere recuperate in altro modo non essendo sotto segreto. “Sviste che accadono” ha detto John Deutch, ex direttore dell'intelligence e vice segretario alla Difesa, confermando che gli USA non correrebbero rischi veri. Rischi veri forse non sono preoccupanti, ma quelli virtuali, sì che dovrebbero preoccupare...
Fate tesoro di quello che è successo al governo degli Stati Uniti: per trovarsi esposti nella pubblica piazza o per mettere a repentaglio la sicurezza nazionale basta un clic.