lunedì 11 maggio 2009

Saya, la prima maestra robot

Alessandro Magno non fu solo un grande conquistatore ma anche un uomo colto, appassionato delle opere di Omero, in particolare dell’Iliade che portava sempre con sé e che imparò grazie al suo maestro Aristotele, da lui onorato più del proprio padre re Filippo di Macedonia. A chi gliene chiedeva la ragione, egli rispondeva: “Perché mio padre, dandomi la vita, mi ha fatto discendere dal cielo in terra; ma Aristotele con la sua istruzione mi ha fatto risalire dalla terra al cielo”. Chissà se Alessandro Magno sarebbe stato Alessandro Magno se, invece di essere educato dal grande Aristotele, fosse stato educato da un…robot. Già, perché da oggi i robot salgono anche in cattedra.
Hiroshi Kobayashi, un ricercatore particolarmente ingegnoso dell'Università di Scienze di Tokyo, sta lavorando da anni allo sviluppo di robot 'umani'. Il primissimo modello si chiamava Pikarin ed era piuttosto bruttarello avendo ancora tutti gli ingranaggi in bella mostra.

Poco tempo fa invece è arrivata Saya, il primo robot… della porta accanto: il suo volto richiama quello di una studentessa universitaria e, grazie a un meccanismo di 18 mini motori che fungono da 'muscoli' facciali e controllano le espressioni in base al tono della conversazione, è capace di esprimere molteplici espressioni: felicità, disgusto, tristezza, rabbia... Per costruirla ci sono voluti 15 anni di lavoro!

Capace di sostenere senza problemi una conversazione base grazie a un vocabolario di 300 parole e 700 frasi, all’inizio Saya è stata messa a fare la receptionist in un albergo. E come receptionist ha dato così buona prova da essere promossa a…maestra di una scuola elementare di Tokyo, la prima volta di un robot dietro la cattedra.
La nuova maestra parla varie lingue, fa l'appello, dà i compiti, risponde alle domande e dovreste sentire il tono con cui ribatte agli alunni indisciplinati. Comunque l’insegnamento nella scuola elementare è solo un tirocinio in vista dell’insegnamento a più alti livelli.
Il governo giapponese sta investendo bei soldini sulla nuova forza lavoro robotica e nella ricerca su di loro. Parliamo di cifre con molti zero. Sembra infatti che in futuro, a causa dell'invecchiamento della popolazione e al conseguente aumento dei salari, le aziende nipponiche avranno sempre più bisogno di lavoratori umanoidi in grado di imitare l'uomo in tutto e per tutto. Per un gioco del destino, in Giappone il futuro si profila sempre più vicino a quello in cui si parla nei cartoni fantascientifici di cui è patria.
In attesa dei prossimi sviluppi sul tema dei robot umanoidi, un dubbio sorge spontaneo: chissà se i bambini della scuola elementare di Tokyo rimpiangono la cara vecchia maestra. Quel che è certo è che Saya non potrà essere accusata di favoritismi.