Quando nel 2004 Mark Zuckerberg ha fondato Facebook probabilmente non immaginava che la sua creatura sarebbe diventata un fenomeno globale con oltre 200 milioni di utenti in tutto il mondo e che il potente Consiglio degli Ulema si sarebbe riunito un giorno appositamente per discutere di...Facebook! E’ quello che è successo qualche giorno fa nella città di Kediri, est di Giava, Indonesia. L’Indonesia con i suoi 235 milioni di abitanti per il 90% mussulmani è il quarto Stato più popoloso del mondo e il primo tra i Paesi islamici. L’avanzamento di Facebook nel Paese ha registrato tassi record: +645% nel 2008. Dai risultati della società di ricerca Alexa, l’Indonesia oggi è quinta al mondo per utenti registrati dopo USA, Gran Bretagna, Francia e Italia. Nabil Haroen, portavoce dell’Università Islamica Lirboyo che ha ospitato l’evento, così ha spiegato la ragione dei settecento imam riuniti a giudizio: "I religiosi pensano sia necessario emanare un editto che regoli il networking virtuale, perchè le relazioni online portano alla lussuria, proibita dall’Islam”. Amidan, il capo del Consiglio degli Ulema ha detto: "La gente che usa Facebook può essere indotta a praticare un chatting disgustoso e pronografico, ognuno a casa propria. Ma questo è il primo passo verso il sesso illecito, perchè fuori dal matrimonio”. Le posizioni dei settecento religiosi sono divergenti: c’ chi vorrebbe imporre un divieto assoluto della rete sociale e chi invece vorrebbe il divieto limitato solamente alle attività “impure”.
Come andrà a finire? C’è da dire che la fatwa finale non avrà valore legale e comunque nelle recenti elezioni dell’arcipelago c’è stato un deciso calo dei partiti islamici, elemento che porta a ipotizzare come alla fine probabilmente solo i credenti più pii rispetteranno la fatwa degli Ulema e che nessuna fatwa anti-Facebook riuscirà a placare l’antusiasmo per il social network più famoso (e affollato) del mondo