Una volta un amico di Ernest Hemingway, ben conoscendo la sua vita irrequieta, gli indirizzò così una lettera:-A Ernest Hemingway, sa Dio dove si trovi.
La lettera arrivò pochi giorni dopo e l’amico ne ebbe notizia da un telegramma di Hemingway con le parole:- Dio lo sapeva
Altri tempi. Non esistevano ancora internet, le email, le chat, facebook, men che meno i dispositivi gps e tutte quelle diavolerie che oggi permettono di geolocalizzarti, così si dice, ovunque tu ti trovi. Si è passati da un eccesso all’altro:da un’epoca in cui si poteva sparire e Dio solo sapeva dove era andato a finire la persona scomparsa, alla nostra in cui invece i nostri minimi spostamenti possono conoscerli cani e porci.
È recente la notizia seconda la quale alcuni ricercatori inglesi, studiando le moderne tecniche di intercettazione del segnale radio Bluetooth, hanno scoperto che posizionando speciali rilevatori nei luoghi pubblici, sarebbe possibile analizzare gli spostamenti di una persona e quindi le sue abitudini, entrando dunque in possesso di informazioni che fanno parte della sfera personale. Ad esempio un rilevatore attivato in un negozio consentirebbe di conoscere gli orari di frequentazione del locale di chi possiede un cellulare, un palmare o un notebook con Bluetooth integrato. Bisogna dire che tutti i dispositivi Bluetooth dispongono di efficaci sistemi di sicurezza contro eventuali intercettazioni, ma dalla ricerca degli studiosi inglesi emerge che la maggior parte degli utilizzatori non li attiva e, quelche è peggio, non lo fa perché neppure è a conoscenza che esistono.
In Italia ancora non esiste nessun specifico provvedimento sull’argomento. Ma è solo questione di tempo visto che il problema già si è presentato e magari voi stessi ci siete incappati senza neppure accorgervene. Non vi è mai capitato di trovarvi in un centro commerciale e di ricevere direttamente sul vostro cellulare avvisi su sconti,offerte o altre comunicazioni di tipo commerciale? Ebbene, si trattava di pubblicità che sfruttava proprio lo standard Bluetooth per raggiungervi. Senza alcuna autorizzazione,ovviamente…
La lettera arrivò pochi giorni dopo e l’amico ne ebbe notizia da un telegramma di Hemingway con le parole:- Dio lo sapeva
Altri tempi. Non esistevano ancora internet, le email, le chat, facebook, men che meno i dispositivi gps e tutte quelle diavolerie che oggi permettono di geolocalizzarti, così si dice, ovunque tu ti trovi. Si è passati da un eccesso all’altro:da un’epoca in cui si poteva sparire e Dio solo sapeva dove era andato a finire la persona scomparsa, alla nostra in cui invece i nostri minimi spostamenti possono conoscerli cani e porci.
È recente la notizia seconda la quale alcuni ricercatori inglesi, studiando le moderne tecniche di intercettazione del segnale radio Bluetooth, hanno scoperto che posizionando speciali rilevatori nei luoghi pubblici, sarebbe possibile analizzare gli spostamenti di una persona e quindi le sue abitudini, entrando dunque in possesso di informazioni che fanno parte della sfera personale. Ad esempio un rilevatore attivato in un negozio consentirebbe di conoscere gli orari di frequentazione del locale di chi possiede un cellulare, un palmare o un notebook con Bluetooth integrato. Bisogna dire che tutti i dispositivi Bluetooth dispongono di efficaci sistemi di sicurezza contro eventuali intercettazioni, ma dalla ricerca degli studiosi inglesi emerge che la maggior parte degli utilizzatori non li attiva e, quelche è peggio, non lo fa perché neppure è a conoscenza che esistono.
In Italia ancora non esiste nessun specifico provvedimento sull’argomento. Ma è solo questione di tempo visto che il problema già si è presentato e magari voi stessi ci siete incappati senza neppure accorgervene. Non vi è mai capitato di trovarvi in un centro commerciale e di ricevere direttamente sul vostro cellulare avvisi su sconti,offerte o altre comunicazioni di tipo commerciale? Ebbene, si trattava di pubblicità che sfruttava proprio lo standard Bluetooth per raggiungervi. Senza alcuna autorizzazione,ovviamente…
http://pchelp-howto.blogspot.com: il primo blog che parla di Internet e di sicurezza informatica con un linguaggio…italiano