lunedì 6 ottobre 2008

Spam e carne in scatola

Chiedete a un vostro amico che usi abitualmente la posta elettronica che cos'è lo «spam» e vi risponderà che si tratta dell'irritante abitudine di spedire e-mail pubblicitarie a destinatari che non ne hanno fatto richiesta. Fate la stessa domanda al vostro amico di penna inglese e scoprirete con grande sorpresa che la parola «spam» gli fa venire in mente...una marca di carne in scatola.

In effetti originariamente lo spam c'entrava con la posta elettronica come il diavolo con l'acqua santa. La parola spam infatti non è altro che la contrazione di spiced ham e indica un tipo di carne in scatola, prodotta dalla Hormel Foods Corporation. Durante la seconda guerra mondiale lo spam era uno dei pochi cibi che si trovava in abbondanza e che non soffriva del razionamento alimentare.
Poi il gruppo comico Monty Python usò lo spam come protagonista di un loro sketch per la fortunata serie televisiva Monty Python’s Flying Circus, trasmessa dalla BBC fra il 1969 e il 1974. L'influenza che il Flying Circus ha esercitato - e continua tutt'oggi a esercitare - è tale che secondo alcuni esso rappresenta per la commedia televisiva britannica quello che i Beatles furono per la musica. La trasmissione era liberamente strutturata da un insieme di sketch. In uno di questi una coppia entra in un locale dove tutto ciò che viene servito è a base di spam. La cameriera inizia ad elencare ai due tutti i piatti disponibili ignorando la povera cliente che cerca disperatamente di farle capire che lo spam proprio non le piace. Nell’elencare i piatti la cameriera propone alla poveretta lo spam sempre con più enfasi. La situazione è aggravata dal marito che adora la carne in scatola e da man forte alla cameriera e da un gruppo di vichinghi con tanto di cappelli cornuti che cantano in modo sempre più invadente inneggiando alla famosa carne. Dice il ritornello:

«SPAM SPAM SPAM SPAM

SPAM SPAM SPAM SPAM

Lovely SPAM, wonderful SPAM!»





Il modo invasivo e fastidioso con cui la cameriera e il marito della cliente le propongono lo spam e con cui i vichinghi sovrastano la scena col loro coro ha ricordato a qualcuno l’invadenza dei messaggi non desiderati nella casella di posta. Da qui la concezione odierna di spam.
Se siete curiosi di vedere il video dello sketch, basta andare su google video o su youtube semplicemente cercando la parola “spam”.
Preoccupata dalla potenziale volazione del marchio registrato SPAM e dal possibile danno d'immagine connesso al legame con lo spiacevole fenomeno informatico, la Hormel è ricorsa agli avvocati. Ecco la soluzione di compromesso, che l'azienda mette bene in vista sul suo sito Web: «Non ci opponiamo all'uso di questo termine gergale per descrivere la posta commerciale non richiesta, benché ci opponiamo all'uso del nostro prodotto in associazione con questa parola. Inoltre, se il termine deve essere usato, deve essere scritto solo in lettere minuscole per distinguerlo dal nostro marchio registrato SPAM, che dovrebbe essere scritto solo in lettere maiuscole.»