La risposta ufficiale è che sono stati gli inglesi all'epoca della seconda guerra mondiale. Il primo elaboratore elettronico portava il nome di Colossus (realizzato dal matematico geniale Alan Touring) e servì agli inglesi per decifrare i messaggi in codice dei nemici, risultando determinante per la vittoria finale.
Anche se secondo molti Colossus fu il primo computer, tuttavia sull'argomento le opinioni sono piuttosto discordanti. Alcuni sostengono che il primo elaboratore elettronico sia stato inventato dagli americani nel 1946, portava il nome di Eniac e serviva per decifrare i messaggi in codice degli alleati dell’asse Roberto.
A loro volta i tedeschi durante la seconda guerra mondiale utilizzavano un'altra terribile macchina per criptare velocemente i loro messaggi: questo elaboratore si chiamava Enigma e alcuni sostengono che il primo computer realizzato sia invece questo.
Altri ancora sono del parere che sia stato il famoso filosofo e matematico francese Blaise Pascal il primo a realizzare un elaboratore di calcolo. Nel 1642 l’inventore e matematico ideò “la macchina addizionatrice”, costruita in legno e che presto prese il nome di “Pascalina”. Si trattava di uno strumento di calcolo precursore della moderna calcolatrice, che permetteva di addizionare e sottrarre, tenendo conto del riporto. La sua notorietà fu amplificata dall'accurata descrizione contenuta nell'Encyclopédie, che la rese il punto di riferimento per la realizzazione molte calcolatrici successive.
Della Pascalina furono costruiti una cinquantina di esemplari per operazioni sia in base decimale che nell'unità monetaria dell'epoca. In particolare, il primo esemplare fu costruito da Pascal per aiutare il padre, funzionario delle imposte, a gestire la propria contabilità e, quindi, lavorava in lire, formate da venti soldi, formati da dodici denari.
Della Pascalina furono costruiti una cinquantina di esemplari per operazioni sia in base decimale che nell'unità monetaria dell'epoca. In particolare, il primo esemplare fu costruito da Pascal per aiutare il padre, funzionario delle imposte, a gestire la propria contabilità e, quindi, lavorava in lire, formate da venti soldi, formati da dodici denari.