martedì 5 agosto 2008

Licenziato per... un virus

La persona di cui si parla in questo post è, o meglio sarebbe dire:era, un dipendente del Massachussets Department of Industrial Accidents
In ufficio utilizzava un computer con un antivirus datato e oramai inefficace. Il sistema operativo del PC in questione era stato messo sotto attacco da hackers e l’hard disk era stato infestato e riempito di materiale pedopornografico.
Il dipendente del dipartimento è stato licenziato proprio con l’accusa di aver scaricato materiale pedopornografico durante l’orario di lavoro. Fortunatamente per lui il tecnico informatico che ha esaminato il computer, ha scoperto la presenza massiccia di malware, circostanza che ha fatto cadere l'accusa. Non so se l'uomo sia stato reintegrato nel suo posto di lavoro, penso di sì.
Perchè racconto questa storia? Perchè a parer mio rappresenta la prova di come la Rete sia utilizzata da malintenzionati per le proprie attività illecite e quindi sia un luogo molto pericoloso. Basta un nulla, un clic sbagliato o un antivirus non aggiornato, per finire in un mare di guai, perdere il posto di lavoro o venir accusati di accuse infamanti, pesanti, che inducono allo stigma sociale.
I pirati informatici non guardano in faccia a nessuno: prendono di mira non solo i computer privati ma anche quelli aziendali (meglio se si tratta di aziende grandi!) e i siti di social networking.

E uno studio di Trend Micro evidenzia che è aumentato notevolmente l’accesso ai siti di social networking durante le ore di lavoro. Per cui mi raccomando: se in ufficio avete un pc da cui potete connettervi a internet, occhio a quello che fate e a dove navigate. Verificate che sul pc sia installato un antivirus, costantemente aggiornato, e sia attivato un firewall. Ricordate comunque che per prendere un virus non basta evitare siti a rischio o frequentare solo siti popolari: infatti da recenti ricerche è venuto fuori che il 60% dei 100 siti più popolari ospita contenuti maligni o contiene un sistema occulto per il reindirizzamento dei visitatori dal sito legittimo a un sito con contenuti maligni.