giovedì 14 luglio 2011

Fastweb e Ngi, indagati per favoreggiamento della pirateria

Dallo scorso aprile, l'accesso ai siti www.btjunkie.org e www.btjunkie.com, tra i più grandi snodi mondiali di traffico "Peer to peer", era stato negato per ordine della Procura cagliaritana: più di mezzo milione di italiani usavano ogni giorno la piattaforma per scaricare musica, film, videogiochi e software, anche con le più recenti uscite commerciali e spesso in contemporanea con le anteprime!, insomma ogni genere di materiale multimediale protetto da copyright.

Oggi la novità clamorosa: per la prima volta in Italia due internet service provider, Fastweb e Ngi, sono indagati con l'accusa di favoreggiamento. L'oggetto dell'accusa è la mancata inibizione all'accesso verso piattaforma di condivisione di file "Btjunkie. Il provvedimento è stato firmato dal sostituto procuratore del Tribunale di Cagliari, Giangiacomo Pilia, nell'ambito di un'operazione condotta dal nucleo di Polizia tributaria della Gdf del capoluogo sardo.

Secondo l'accusa, i due provider hanno continuato a consentire l'accesso nonostante il divieto imposto dal magistrato. Fastweb dice che si è trattato di un errore tecnico e ora il sito è oscurato.
In queste ore, inoltre, nella lista di discussione dei provider iscritti all’associazione Aiip circa la metà di loro afferma di non aver mai ricevuto dalla Guardia di Finanza l’ordine di bloccare quel sito. Per finire, ci sono tantissimi modi per accedere a quel sito aggirando l’oscuramento: basta usare un proxy. Da Btjunkieitalia.com lo si può fare con un clic. Considerando tutti questi aspetti, l’azione della Guardia di Finanza è poco spiegabile, anche perché " l’accusa di favoreggiamento mi sembra fuori luogo. È un reato che presupporrebbe ben altre attività da parte dei provider, tese a intralciare il corso della giustizia", dice Fulvio Sarzana, esperto di diritto su Internet. " Si tratta quindi di un possibile errore della Procura della Repubblica che avrebbe dovuto semmai contestare altre fattispecie (molto meno gravi e di natura contravvenzionale) quali l'inosservanza dei provvedimenti dell'autorità prevista dall'art 650 del codice penale», continua.

Il problema di importanti siti illegali come BTJunkie può essere solo efficacemente risolto con l'intervento dei provider, come peraltro previsto dalla direttiva sul commercio elettronico”, commenta Enzo Mazza, presidente di Fimi ( Federazione industria musicale italiana), dalla cui denuncia si è arrivati al blocco del sito: “Un provider che non attua il provvedimento del PM può causare gravi danni per le case discografiche. Noi ci auguriamo che quanto accaduto oggi non si ripeta più nel futuro anche perché i provider non hanno nessuna responsabilità se intervengono. Ma in caso di inerzia diventano corresponsabili".

Probabilmente nei prossimi mesi la pressione sui provider crescerà ma c’è il rischio che potrebbe non bastare, visto che i proxy e i siti torrent sono bravissimi a creare subito vie alternative per accedere agli stessi contenuti. L’industria del copyright lo sa e per questo sperava di imporre l’oscuramento facile, senza passare dalla magistratura, tramite il nuovo regolamento Agcom sulla pirateria. Ma al momento - stando all’ultima versione del regolamento - sembra un tentativo almeno in parte fallito.