La Cina starebbe rivolgendo da tempo attacchi sistematici contro i sistemi informativi governativi e militari dei rispettivi Paesi. E non è una novità neppure il fatto che alcune organizzazioni terroristiche considerino la cyberwar come un efficace strumento di combattimento non convenzionale. Diversi Governi occidentali hanno da tempo approntato delle task-force specializzate per difendersi da tali attacchi, ed hanno varato programmi di readiness con l’obiettivo di innalzare il livello di guardia delle proprie organizzazioni contro queste minacce. L’Italia tuttavia non sembra particolarmente impegnata su questo fronte: mi pare infatti che di concreto si sia fatto ben poco, al di là di qualche sporadica ed effimera conferenza sulla protezione delle infrastrutture critiche. D’altronde ricordo che solo pochi anni fa un ministro elogiava la robustezza delle infrastrutture italiane in quanto, essendo ancora sostanzialmente basate su tecnologie primitive e non essendo interconnesse tra loro, risultavano di fatto immuni ai troppo sofisticati cyberattacchi moderni…
(Corrado Giustozzi, esperto di sicurezza informatica, privacy, crittografia e criminalità informatica)