giovedì 11 giugno 2009

Compie 50 anni il primo computer italiano, la Calcolatrice Elettronica Pisana

Nel lontano 1959 fu inaugurato il primo computer interamente progettato e realizzato in Italia. L’aspetto era ben lontano da quello dei pc odierni: era grande come un campo da tennis e alto come un frigorifero e con una memoria di 8kb, l'equivalente di un breve documento di testo!!! Era un enorme agglomerato di valvole e transistor, realizzato a mano - pensate un po'- con piccoli anelli di ferrite. Un mastodonte che lavorava 24 ore su 24, divorando chilometri di nastri di carta e per le verifiche del funzionamento del quale bisognava ricorrere a un robusto martello.


Si trattava per quei tempi di un prodigio della tecnica, già dotato di circuiti a transistori, microprogrammato e dotato di un linguaggio FORTRAN tra i primi ad essere realizzato, era in grado - pensate! - di fare 70.000 addizioni o 7.000 moltiplicazioni al secondo. Rispetto alle prestazioni dei computer di oggi sembra di parlare di preistoria, eppure da allora sono trascorsi appena 50 anni.

Il CEP - acronimo che sta per Calcolatrice Elettronica Pisana, così chiamata perchè nata all'Università di Pisa - fu realizzato grazie agli sforzi di Marcello Conversi, direttore del Dipartimento di Fisica, e di Alessandro Faedo, matematico, poi preside della Facoltà di Scienze, Rettore dell'Università di Pisa e Presidente del CNR. Tuttavia pochi sanno che nacque per suggerimento di Enrico Fermi. Le province di Pisa, Lucca e Livorno nel 1953 misero a disposizione la somma, per quei tempi una bella somma, di 150 milioni di lire per la realizzazione di un sincrotrone. Questo però fu poi costruito a Frascati. Fermi allora suggerì di utilizzare il finanziamento per la progettazione e la costruzione di un calcolatore elettronico che avrebbe costituito "un mezzo di ricerca di cui si sarebbero avvantaggiati, in modo oggi quasi inestimabile, tutte le scienze ed indirizzi di ricerca .." e che avrebbe portato vantaggi ".. a studenti e studiosi che avrebbero modo di conoscere e di addestrarsi nell'uso di questi nuovi mezzi di calcolo.." Era l’estate del 1954 e pochi mesi dopo, il 28 novembre, Fermi moriva improvvisamente a Chicago. Il suo consiglio venne però seguito e perciò ci fu chi definì il CEP come "l'ultimo dono lasciato da Fermi in eredità all'Italia".


L’inaugurazione ufficiale avvenne il 13 novembre 1961, alla presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi. Il CEP rimase in funzione per circa 7 anni. I suoi maggiori utilizzatori furono i ricercatori dello INFN e dell'Istituto di Chimica Fisica dell'Università di Pisa. Ben presto la CEP si dimostrò insufficiente per le esigenze degli stessi utenti dell’Università di Pisa. Perciò, nel 1964, Alessandro Faedo, Rettore dell’Università di Pisa, ottenne dalla IBM la donazione di un calcolatore IBM 7090 e la CEP fu mandata in pensione. Fu smembrata e alcune sue parti furono disperse. Qualcuno al quale i neuroni funzionavano meglio però fece notare il valore storico dell’oggetto. Così la maggior parte delle sue componenti furono recuperate e ricomposte prima nella Domus Galileiana di Pisa e successivamente nel Museo degli Strumenti di Calcolo dell’Università di Pisa, dove la macchina è tuttora esposta.