Ogni volta che personalizziamo il sistema operativo - ad esempio scegliendo un nuovo sfondo o uno dei tanti screen saver offerti da Windows o una combinazione di suoni, modificando la risoluzione dello schermo, modificando un'impostazione di Internet Explorer, di Windows Media Player o di qualsiasi altra applicazione di sistema o anche aggiunta successivamente (ad esempio i programmi del pacchetto Office) - per ogni personalizzazione il sistema adotta specifiche configurazioni interne che vengono memorizzate nel registro di sistema, un'enorme database di centinaia di voci a ciascuna delle quali corrisponde un valore. Quando noi compiamo una qualsiasi delle operazioni di personalizzazione sopra citate lo facciamo utilizzando le apposite finestre di configurazione richiamabili da Pannello di controllo o comunque dai menu dell'applicazione che si vuol configurare. In realtà in quel momento il programma che stiamo configurando apre i file del registro di sistema per modificarvi un valore. L'utente non se ne accorge, pensa di stare intervenendo sulle impostazioni di un'applicazione in una finestra di dialogo. In realtà sta intervenendo sui file del registro di sistema