venerdì 19 settembre 2008

L'ipod non lo inventò la Apple

La storia è piena di inventori sfortunati. Paradigmatica la storia di Antonio Meucci, l’inventore del telefono. Costretto a lasciare l’Italia, emigra a Cuba, dove lavora al Teatro Tacon dell'Avana. Ma il teatro va a fuoco e si ritrova senza lavoro. Così è costretto a lasciare anche Cuba e si dirige negli Stati Uniti, dove fonda una fabbrica di candele e costruisce il primo prototipo di telefono. Anche il motivo per cui si dedica all’invenzione del telefono è sfortunato: poter mettere in comunicazione il suo ufficio con la camera da letto dove la moglie è costretta da una grave malattia. Successivamente la fabbrica di candele fallisce e Meucci si trova improvvisamente al verde, ma nel frattempo continua a sviluppare la sua invenzione. Costretto a vivere con l'aiuto degli amici, non ha abbastanza soldi per brevettare il teletrofono (come lo aveva chiamato); riesce ad ottenere solo un brevetto temporaneo che va rinnovato di anno in anno al prezzo di 10 dollari (riuscirà a rinnovarlo solo per un paio d’anni). Prova a proporre la sua invenzione ad una compagnia telegrafica di New York, ma le potenzialità del telefono non vengono intuite. Pochi anni dopo Alexander Graham Bell brevetta il "suo" telefono: Meucci gli intenterà causa, ma, ormai in bancarotta, ha persino problemi a comprarsi il pane. La causa si conclude anni dopo con la vittoria, manco a dirlo, di Bell: secondo il giudice, Meucci avrebbe inventato il telefono meccanico e Bell quello elettrico, che era oggetto del brevetto. Dovrà passare più di un secolo, l'11 giugno 2002, perché il Congresso degli Stati Uniti riconosca il lavoro di Meucci nell'invenzione del telefono.
La storia che sto per raccontarvi in questo post riguarda un inventore altrettanto sfortunato. Lui si chiama Kane Kramer, è inglese, ha 52 anni e fa il venditore di mobili. Direte voi: e chi è costui?
Nel 1979, mise a punto un progetto per un prodotto molto strano e molto in anticipo sui tempi. Lo chiamò IXI, e doveva essere un lettore musicale, capace di suonare fino a tre minuti e mezzo di musica. Il dispositivo consentiva di scaricare da apposite stazioni di distribuzione la musica e condividerla anche attraverso un telefono. Kramer depositò il brevetto nel 1979, ma nel 1988 decise di non rinnovarlo. Motivazione: era a corto di soldi e non se la sentiva di spendere 60 sterline in quel modo! E così, Kane Kramer e l'IXI finirono nel dimenticatoio.
Finchè la Burst.com intentò una causa milionaria contro Apple, accusandola di aver infranto alcuni brevetti riguardanti la parternità del lettore multimediale portatile. Nel 2005 Kramer ammise su un giornale di essere il reale inventore dell'iPod e di tutta la famiglia di prodotti derivati, solo che il suo brevetto del 1979 era scaduto per mancanza dei fondi necessari a rinnovarlo. Apple convinse quindi Kramer a testimoniare portando i suoi disegni originali e raccontando questa triste storia. In tal modo Apple ha quindi riconosciuto la paternità intellettuale di Kramer nel concetto dell'iPod. Ma questo, purtroppo per lui, non si traduce in royalty. Concluso il suo lavoro, invece di essere ringraziato con un cospicuo rimborso, la società di Cupertino accreditò a Kramer esclusivamente le spese di viaggio e albergo (ha dovuto testimoniare in California) insieme a un piccolo extra per la testimonianza: gli ha regalato...un iPod che, beffa nella beffa, però si è guastato dopo otto mesi